In questi ultimi giorni si è tanto sentito parlare dell’ipotesi di ora legale tutto l’anno, senza che – almeno all’apparenza – sia ben chiaro di cosa si tratta. Ad oggi l’ora viene cambiata due volte l’anno: in autunno e in primavera. La proposta fatta al Governo è quella di estendere l’ora legale così da non dover più metter mano all’orologio, dormendo sonni più tranquilli e risparmiando energia.
Cosa cambia tra ora legale e ora solare
Spesso si fa confusione, ma l’ora legale e l’ora solare sono due concetti distinti. Si parla di ora legale quando ci si riferisce all’ora che vige in un determinato Paese, in accordo con il suo fuso (orario, per l’appunto), in un periodo di tempo tra la primavera e l’inizio dell’autunno, in particolare per l’Italia da fine marzo a ottobre. Lo scopo di portare avanti le lancette dell’orologio di un giro, così come stabilito per legge, è quello di riuscire a godere di più della luce naturale, così da necessitare meno di quella artificiale e, di conseguenza, risparmiare energia. Nei paesi dell’Unione europea l’ora legale scatta l’ultima domenica di marzo e termina l’ultima domenica di ottobre.
Per ora solare, d’altro canto, si intende quella che va da ottobre a marzo e che, facendoci svegliare un’ora dopo, ci permette di seguire il ciclo naturale del sole. L’ora solare, infatti, è determinata non dal Paese di riferimento ma dal passaggio del Sole per il meridiano locale, motivo per cui ogni meridiano ha la sua specifica ora solare.
La proposta dell’ora legale tutto l’anno
In questi ultimi mesi di crisi economica ed energetica è tornata in auge in maniera molto insistente l’ipotesi di istituire l’ora legale tutto l’anno. A lanciare la proposta ufficialmente è stato Alessandro Miani, presidente della società di medicina ambientale, secondo il quale l’ora legale tutto l’anno consentirebbe di guadagnare un’ora di luce e calore solare ogni giorno, concedendo ai cittadini di risparmiare sui consumi di energia. Una proposta che, anche a causa dell’innalzamento dei prezzi di luce e gas, sembra essere particolarmente appetibile. Ad avvallare questa ipotesi è anche Terna, la società che si occupa di distribuire l’energia elettrica in Italia, la quale negli scorsi mesi ha diffuso un’analisi dalla quale è emerso che negli ultimi 15 anni, nel periodo dell’ora legale, si sono risparmiati ben 10 miliardi di kilowattora pari a circa 1,8 miliardi di euro.
Di ora legale tutto l’anno se ne era già parlato nel 2018 anche all’interno del Parlamento europeo, quando più dell’80% dei votanti aveva chiesto di abolire l’obbligo di alternanza ora solare – ora legale. In quell’occasione l’Ue aveva deciso di rimandare la decisione finale ai singoli Stati, motivo per cui almeno due volte all’anno viene affrontato il tema.
L’Italia però, al momento, non ha ancora preso una decisione in merito e difficilmente – considerata la campagna elettorale in corso e la fine delle legislatura – verrà assunta nel giro di breve tempo.
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