Sei un esperto di marketing, hai appena completato un sito stupendo e ti sei accorto che un tuo diretto competitor lo ha copiato paro paro al tuo? O forse hai appena concluso una campagna pubblicitaria che dopo tanto impegno ha prodotto i frutti sperati quando hai scoperto che un tuo ex collaboratore ti ha rubato l’idea? Allora questo è proprio l’articolo che fa per te, perché qui oggi parliamo di proprietà intellettuale nel mondo del marketing.
Cos’è la proprietà intellettuale
Innanzitutto, partiamo dalle basi: cosa si intende per proprietà intellettuale? Per proprietà intellettuale si intende l’insieme dei principi giuridici che hanno lo scopo di tutelare le opere che derivano dall’ingegno umano. Al fine di tutelare i frutti dell’intelletto umano e lasciare completa libertà a chi li ha prodotti, la normativa italiana prevede una serie di strumenti in grado di garantire un’ampia tutela agli inventori e scongiurare possibili abusi da parte di soggetti terzi privi delle autorizzazioni per utilizzare le opere dell’ingegno altrui.
Proprietà intellettuale: quali strumenti a tutela dell’inventore
Legati alla proprietà intellettuale, anche in ambito marketing, ci sono principalmente tre differenti strumenti:
- Brevetti: capaci di proteggere le nuove idee che, una volta brevettate, non possono essere utilizzare senza il consenso del depositario del brevetto;
- Marchi depositati: capaci di proteggere i nome di imprese e prodotti o i simboli (i marchi o i loghi) utilizzati da un’azienda per distinguersi dalle altre. Basti pensare, ad esempio, al cavallino della Ferrari o alla mela mangiucchiata di Apple;
- Diritto d’autore o copyright: capace di proteggere le espressioni artistiche di chi le produce e vietarne la riproduzione o l’utilizzo non autorizzato. È il caso ad esempio di canzoni, libri, sceneggiature.
Proprietà Intellettuale nel Marketing: i marchi
Come anticipato, il marchio depositato è sempre tutelato dalla legge. E giustamente, viene da dire. Pensiamo a un grafico di un’agenzia pubblicitaria che riesce a trovare il logo perfetto per un cliente difficile, grazie al quale si riesce a far partire una campagna che porta visualizzazioni, nuovi acquirenti, nuovi follower. Senza quel marchio l’intera campagna marketing sarebbe stata un fallimento. Ma nel caso in cui il marchio non venisse depositato, ci sarebbe sempre il rischio che qualcuno possa impadronirsi del logo e farlo suo registrandolo.
Proprietà Intellettuale nel Marketing: i brevetti
Discorso differente ma simile è fatto invece per i brevetti: tramite l’attestazione del brevetto viene concesso a chi lo ha registrato il pieno ed esclusivo diritto ad utilizzare l’invenzione brevettata. Dal 2005 in Italia esiste un codice ad hoc (il Codice della proprietà industriale), nel quale viene fatta una completa analisi e disciplina delle opere dell’ingegno.
Proprietà Intellettuale nel Marketing: i diritti d’autore
Premessa: seppur copyright sia un termine spesso utilizzato quando parliamo di questo tema, si tratta di una normativa anglosassone che poco interessa l’utente italiano, il quale deve invece informarsi sul diritto d’autore. In ogni caso il copyright, a differenza del diritto d’autore che spiegheremo a breve, si riferisce solamente alla parte economica del diritto che ha l’autore di non veder riprodotta o utilizzata la propria opera senza il proprio consenso. In sostanza il copyright garantisce il diritto esclusivo riservato a chi detiene i diritti patrimoniali d’autore.
Più in generale, quando parliamo di proprietà intellettuale, senza avere particolari conoscenze di diritto istintivamente e senza saperlo già stiamo pensando ai diritti d’autore, ossia ai diritti di chi quella specifica cosa l’ha inventata, senza poi averla necessariamente brevettata o depositata. I diritti d’autore spettano a chi ha avuto l’idea, a prescindere da eventuali adempimenti formali attuati successivamente ai fini di tutelarsi maggiormente.
La disciplina del diritto d’autore, poi, risulta essere particolarmente complessa e si articola in due differenti tipi di diritti: quelli morali e quelli patrimoniali.
Nel primo caso intendiamo quell’insieme di diritti legati direttamente alla persona dell’autore e pertanto incedibili, invendibili, irrinunciabili. Si tratta del diritto di essere riconosciuto quale autore/inventore di quella determinata opera. Perché? Perché l’opera stessa è frutto che nasce esclusivamente da quello specifico autore. Ad esempio, se tu dopo una dolorosa rottura sentimentale riesci a immaginarti la campagna pubblicitaria perfetta per un sito di app di incontri, questa sarà perfetta grazie a ciò che hai proposto tu, legato inscindibilmente alla creatività data dal tuo vissuto.
Ci sono poi i diritti patrimoniali dell’autore che, a differenza di quelli morali, sono lasciati nella piena disponibilità di chi li acquisisce. O meglio: per diritti patrimoniali dell’autore intendiamo i vantaggi economici che derivano proprio dalla possibilità di utilizzare la propria opera come meglio si crede, anche cedendola. I diritti patrimoniali dell’autore, infatti, possono essere trasferiti con il consenso di quest’ultimo, che generalmente lo rilascia dietro lauto compenso.
Attenzione però: i diritti morali si legano all’autore anche dopo la sua morte e per sempre. Quelli patrimoniali, invece, restano legati all’autore “solamente” per i 70 anni successivi alla sua morte.
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