Ti è mai capitato di mancare un appuntamento a causa del ritardo di un treno? Magari quel treno che doveva portarti in aeroporto per prendere il volo per il viaggio che stavi aspettando da tutta la vita, o magari semplicemente un treno che ti avrebbe portato ad un colloquio di lavoro tanto atteso o a una visita prenotata da mesi.
Insomma, capita spesso che a causa dei ritardi, dei guasti, degli scioperi dei treni le nostre vite vengano condizionate, volenti o nolenti. Ma cosa si può fare? In alcuni specifici casi, quando il treno è molto in ritardo e vi sono condizioni specifiche, è possibile fare causa alla compagnia per chiedere il risarcimento dei danni.
Treno in ritardo e danno esistenziale: cos’ha detto la Cassazione
In una recente sentenza destinata a fare storia (n. 28244/2023) la Corte di cassazione ha riconosciuto il danno esistenziale in capo a un passeggero di un treno che, a causa di un disservizio causato da una importante e copiosa nevicata che aveva bloccato la ferrovia, era rimasto bloccato per 24 ore sulla tratta che doveva percorrere. Nello specifico, tutti i passeggeri erano rimasti “intrappolati” per un giorno intero sul treno senza possibilità neppure di ricevere cibo o altra assistenza fornita dalla compagnia ferroviaria.
I giudici, riconoscendo il danno esistenziale dovuto al clamoroso ritardo, hanno disposto per le Ferrovie dello Stato il pagamento delle spese legali e di 1.400 euro di risarcimento, di cui 1.000 per la responsabilità aggravata e 400 di risarcimento danni.
Per i giudici di legittimità le Ferrovie avrebbero potuto prevedere l’evento meteorologico semplicemente consultando il meteo prima di far partire la corsa e avvisare dei rischi corsi i passeggeri. E non solo: la compagnia non si era adoperata neppure per adottare misure volte a compensare il disagio, lasciando i viaggiatori al freddo, senza cibo e senza un luogo dove dormire per ben 24 ore.
Quando viene riconosciuto il danno esistenziale per il ritardo del treno
Il danno esistenziale per il ritardo del treno può essere riconosciuto solamente quando:
- il disagio è imputabile alla società ferroviaria;
- vi è nesso causale tra il disservizio e il disagio;
- il viaggiatore ha subito danni ulteriori rispetto al “mero” disservizio del ritardo (che, si ricorda, comporta ugualmente un rimborso del biglietto o comunque la possibilità di godere dell’indennizzo proposto dalla compagnia).
Il risarcimento per danni dovuti al ritardo del treno, dunque, è un indennizzo aggiuntivo che ha lo scopo di sanare, quantomeno in parte, i patimenti in più che il ritardo ha causato, che non si limitano semplicemente ad esso.
Per comprendere quando la responsabilità di un disagio può essere imputata a una compagnia ferroviaria è importante esaminare tre fattori:
- la prevedibilità del disagio arrecato ai passeggeri: in questo caso sarebbe bastato semplicemente uno sguardo al meteo prima di partire;
- il mancato avviso dei pericoli che i viaggiatori stavano o potevano correre: ad esempio salendo sul treno nonostante le condizioni meteo avverse;
- la mancata assistenza: non aver fornito alcun tipo di servizio aggiuntivo sul treno per far fronte alle difficoltà vissute dai passeggeri.
Una volta appurata l’esistenza di tutti questi elementi spetterà al giudice quantificare il danno patito e imporre il pagamento di una somma in capo alla compagnia ferroviaria.
Danno patrimoniale e non patrimoniale: cosa può essere riconosciuto
Il risarcimento del danno può riguardare sia l’aspetto patrimoniale che non patrimoniale. Nel primo caso si riferisce a tutte quelle spese che i passeggeri hanno dovuto sopperire a causa del disservizio subito. Ad esempio, nel caso di volo aereo perso a causa del ritardo del treno e gli unici biglietti disponibili per tornare a casa costassero il triplo di quello acquistato con largo anticipo.
Vi è poi il danno non patrimoniale, che può essere di due differenti tipologie:
- morale à quando comporta un turbamento e una sofferenza personale (es. a causa del ritardo del treno non si è riusciti ad arrivare in tempo al capezzale di un genitore morente);
- esistenziale à quando comporta un mutamento della qualità della vita (es. restare 24 ore senza cibo su un treno congelato).
Importante è ricordarsi che l’onere della prova ricade sempre in capo al danneggiato che richiede il risarcimento del danno, il quale dovrà dimostrare il peggioramento vissuto e i danni subiti.
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