Alzi la mano chi, prima di acquistare un bene o un servizio online, va a leggere tutte le recensioni che trova su Internet per decidere se passare la carta o meno. Ormai quello di studiarsi le recensioni è un passaggio quasi obbligato prima di fare un acquisto, nella speranza che chi le ha scritte sia in buona fede, pur sapendo che non sempre è così. Recentemente, infatti, proprio le recensioni false sono finite al centro di una causa presso il Tribunale di Milano, il quale ha deciso di tutelare Amazon e gli utenti contro le recensioni ingannevoli, che screditano l’affidabilità e credibilità del sito di eCommerce più importante al mondo.
Recensioni false su Amazon: cos’ha deciso il Tribunale di Milano
Nei giorni scorsi il Tribunale di Milano ha condannato alla chiusura un sito (Realreviews.it) ritenendo che agisse in violazione delle leggi sulla concorrenza leale, impedendo al suo gestore di porre in essere simili attività anche in futuro.
Nello specifico i giudici meneghini hanno riscontrato un illecito modus operandi da parte del sito indagato: offriva il rimborso completo del prezzo pagato dai clienti per specifici prodotti acquistati su Amazon se questi avessero accettato di lasciare una recensione da 5 stelle degli stessi. Recensioni che risultavano essere così false e non corrispondenti alla realtà poiché molti utenti pur di vedersi restituito il denaro speso lasciavano commenti positivi anche se il bene acquistato non se li meritava, traendo in inganno futuri acquirenti e penalizzando la credibilità di Amazon stesso.
Perché le recensioni false penalizzano anche Amazon
Soddisfatte per la prima e storica decisione del Tribunale milanese, oltre ad Amazon, sono anche le associazioni di tutela dei consumatori, che ormai da tempo denunciano il fenomeno delle recensioni abusive, che penalizza in primis i consumatori in buona fede.
Oltre ad aver deciso di agire in giudizio per difendere la propria credibilità, Amazon ha un obbligo di agire contro le recensioni false imposto dalle nuove regole europee, disciplinate dalla direttiva Ue 2019/2161, recepita dall’Italia con decreto legislativo 26/2003. Nello specifico la normativa vigente prevede che il gestore del servizio sia responsabile delle omissioni ingannevoli, ossia è responsabile se «omette informazioni rilevanti di cui il consumatore medio ha bisogno per prendere una decisione consapevole di natura commerciale e induce o è idonea ad indurre in tal modo il consumatore medio ad assumere una decisione di natura commerciale che non avrebbe altrimenti preso».
Il dettato europeo poi prevede specifiche punizioni per chi «invita o incarica un’altra persona giuridica o fisica di inviare recensioni di consumatori false o falsi apprezzamenti o di fornire false informazioni in merito a recensioni di consumatori o ad apprezzamenti sui media sociali, al fine di promuovere prodotti». Dettato a cui si è adeguata alla lettera la decisione del Tribunale di Milano.
In base alla normativa, quindi, Amazon deve garantire a tutti i suoi utenti che le recensioni fornite dai consumatori sui prodotti siano rilasciate da chi ha effettivamente acquistato il bene e ne ha testato la funzionalità, rilasciandone un parere senza condizionamenti di alcun genere o suggestioni.
La lotta di Amazon contro le recensioni false
Già nel 2015 Amazon aveva proposto una prima causa contro i “broker di recensioni false” creando nel corso degli anni gruppi ad hoc specializzati nel perseguimento tramite vie legali di queste attività illecite, cercando così di bloccare il fenomeno alla sua origine.
Anche la Procura della Repubblica di Milano dal 2022 sta indagando su un broker accusato di essere responsabile di aver creato una rete di false recensioni, diventata in poco tempo un vero e proprio business tramite l’attività di falsi recensori pagati appositamente con merce o sconti speciali.
Cosa rischiano i falsi recensori?
I reati che si possono ipotizzare per i broker delle recensioni false (ossia coloro che creano reti ad hoc a caccia di commenti positivi fittizi) sono diversi:
- truffa aggravata legata alla minorata difesa degli utenti;
- turbata libertà del commercio;
- sostituzione di persona per chi, pur di produrre recensioni, utilizza profili falsi.
Considerato che i falsi recensori sono ben coscienti di commettere un illecito quando scrivono pareri favorevoli su un prodotto solamente poiché in cambio avranno un personale vantaggio, per la legge anche chi materialmente crea recensioni false, proprio in virtù del dolo con cui agisce, può essere accusato almeno di truffa.
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