Con una recente sentenza la Corte di Cassazione si è pronunciata in maniera praticamente rivoluzionaria stabilendo che non basta confessare di essere innamorati di un’altra donna per lasciare la propria moglie e la casa familiare senza avere addebiti.
Per la Cassazione non basta palesare alla consorte il proprio tradimento dicendo di essersi follemente innamorati di una nuova donna per lasciare il tetto coniugale: questo comportamento, infatti, integra “la violazione dell’obbligo di coabitazione tra coniugi dalla quale non può non conseguire l’addebito della separazione”.
I primi gradi di giudizio
Secondo quanto raccontato dalla donna il marito nonostante la “perfetta unione materiale e spirituale” che vigeva tra i coniugi, che oltre ai due figli insieme avevano anche una farmacia, un giorno le aveva confessato di volersi separare dopo aver trovato l’amore della sua vita.
Esaminato il caso, e dopo aver escluso ogni addebito, i giudici dei primi due gradi di giudizio avevano disposto l’affido condiviso e imposto un assegno di mantenimento mensile di 1.200 euro per i figli e 700 per la moglie ritenendo chiaro che, a seguito della confessione dell’uomo, “la prosecuzione della convivenza materiale fosse divenuta difficile da sopportare per entrambi i coniugi e comunque inidonea a far venir meno la frattura del rapporto coniugale”.
Per la Cassazione un nuovo amore non è sufficiente per lasciare la casa familiare
Un passaggio automatico quello dei giudici toscani che secondo la Cassazione è stata una mera supposizione degli stessi, che li ha portati immotivatamente a escludere ogni addebito del marito: una decisione che per gli Ermellini non si è “basata su un dato di fatto certo, idoneo a comprovare che l’abbandono della casa coniugale da parte del marito sia stato determinato dal comportamento della moglie, in relazione alla confessione.”
Per la Cassazione, quindi, l’abbandono della casa coniugale non è giustificabile dalla semplice confessione del marito di aver trovato un nuovo amore. Per questo motivo i giudici di legittimità accolgono il ricorso della moglie ritenendolo fondato e chiedono alla Corte d’appello fiorentina di riesaminare il caso.
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