Cari lettori, state tranquilli: il titolo di questo è articolo è provocatorio… probabilmente leggendolo vi siete chiesti perché mai una persona dovrebbe avere la curiosità di sapere cosa rischia investendo volutamente un cane o, meglio ancora, perché mai qualcuno dovrebbe voler investire un cane. Ebbene, anche se fortunatamente alla maggior parte delle persone non verrebbe mai in mente di compiere una tale spregevole azione, c’è chi purtroppo ci pensa e dà seguito a questi lugubri pensieri, come testimoniano recenti fatti di cronaca che hanno portato alla condanna di due differenti persone accusate di aver investito e ucciso due cani.
Investono e uccidono due cani, condannati
Fanno discutere e riflettere due recentissime sentenze relative a rispettivi fatti di cronaca distinti caratterizzati dalla morte di due poveri animali avvenuta per mano di uomini intenzionati a porre volutamente fine alle loro vite.
Il primo caso è avvenuto a Olbia, dove nel giugno del 2019 un autista impiegato nella raccolta dei rifiuti mentre si trovava alla guida del mezzo aziendale durante l’orario di lavoro aveva – secondo la ricostruzione dell’accusa, confermata dalla condanna dei giudici – volutamente travolto e ucciso nel piazzale di un agriturismo un cane meticcio. A denunciare l’autista era stata la proprietaria del cane, la cui denuncia aveva portato all’apertura di un’inchiesta e al processo. Ad incastrare l’uomo sarebbero state le telecamere di sicurezza installate nell’agriturismo, che avrebbero mostrato chiaramente e senza alcun dubbio come l’autista avesse volutamente investito l’animale facendo una manovra appositamente per centrarlo. L’autista è stato ritenuto colpevole in primo grado e condannato a tre anni di reclusione (con applicazione della condizionale) per aver cagionato la morte del cane con l’aggravante della crudeltà.
Il secondo caso riguarda invece la morte di una cucciola di dobermann di soli quattro mesi avvenuta nella bergamasca (a Foppolo): secondo la ricostruzione di quanto successo, nel febbraio del 2018 un pensionato di 77 anni aveva volontariamente investito l’animale in seguito ad un diverbio scaturito con il proprietario dello stesso. In base alle risultanze del processo la cucciola era scappata ai padroni correndo in strada, dove il 77enne stava arrivando a bordo della sua auto. Una volta fermatosi in mezzo alla strada, tra il proprietario del cane e l’automobilista era scoppiato un litigio al termine del quale il pensionato era salito in macchina e, facendo appositamente manovra, aveva investito il cane per poi dileguarsi.
Secondo l’accusa (supportata anche da diverse testimonianze) non si era trattato di un incidente ma di una ponderata scelta dell’uomo che, adirato per quanto successo, aveva volutamente ucciso la cucciola. Una tesi sufficientemente credibile per i giudici, che hanno infatti disposto una condanna per il pensionato a 8 mesi di reclusione (con pena sospesa) per uccisione di animale e tentate lesioni volontarie, disponendo anche un risarcimento di 3mila euro nei confronti della parte lesa.
Investire volutamente un cane: cosa si rischia
Ma quindi cosa si rischia ad investire un cane? Secondo l’art. 544 del codice penale, che disciplina la pena per l’uccisione di animali, “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni”.
Seppur la pena sia stata inasprita negli anni, è bene ricordare che ad oggi gli animali – domestici e non – restano per il diritto delle “cose”, non venendo considerati come soggetti di diritto. Ciò che la normativa vigente intende tutelare in questo caso, infatti, è il rispetto del sentimento per gli animali che va inteso come sentimento di pietà dell’uomo nei loro confronti, e non tutela di per sé la loro vita o dignità, non essendo ancora questi ultimi destinatari di una copertura legislativa diretta.
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