Ai nostri giorni, anche a causa del progressivo degrado che coinvolge le nostre città, soprattutto in luoghi particolarmente critici (es. stazioni, parchi, zone periferiche, metropolitane) si assiste ad incremento dei cosiddetti reati predatori, ossia di azioni volte ad aggredire beni mobili altrui.
Accanto ad un generalizzato aumento numerico di tali reati (principalmente furti e rapine) si assiste ad un preoccupante abbassamento dell’età dei loro autori, vedendo come protagonisti giovani (anche minorenni) che pongono in essere dette azioni con violenza oppure agendo in gruppo, sfruttando la forza del gruppo che facilmente finisce per sopraffare la vittima, sola ed indifesa.
Il reato predatorio maggiormente significativo è quello della rapina che è previsto e punito dall’art. 628 c.p. il quale stabilisce che:
“Chiunque, per procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, mediante violenza alla persona o minaccia, si impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, è punito con la reclusione da cinque a dieci anni e con la multa da Euro 927 ad Euro 2.500,00”.
La fattispecie in questione che già punisce molto severamente dette condotte, risulta poi aggravata, con una risposta sanzionatoria ancora maggiore – ossia con la pena della reclusione da sei a vent’anni e della multa da Euro 2.000,00 a Euro 4.000,00 – nel caso in cui la rapina avvenga con armi, da più persone riunite, se il fatto è commesso all’interno di mezzi di trasporto, o in altre situazioni descritte dal 3° comma in poi del succitato articolo.
Come si può evincere dalla lettura della norma, il legislatore si preoccupa di descrivere la condotta tipica che l’autore deve realizzare per poter integrare il reato di rapina.
In primo luogo, deve esserci l’impossessamento del bene che costituisce il profitto a cui mira l’autore (potendosi integrare il reato di rapina in forma tentata quando la condotta non porta al suo conseguimento per ragioni indipendenti dalla volontà dell’autore – es. per il sopraggiungere delle forze dell’ordine) che deve avvenire con l’impiego di violenza alla persona o minaccia.
È proprio tale atteggiamento rivolto alla vittima che la induce ad assecondare le richieste dell’autore del reato ed a consegnare quanto da lui preteso (es. denaro, telefono cellulare, orologio).
Al fine dell’integrazione del reato non è necessario che la violenza fisica si concretizzi in vere e proprie lesioni, essendo sufficiente anche la mera immobilizzazione della vittima per il tempo necessario alla sottrazione del bene.
Tale effetto viene raggiunto più agevolmente quando la rapina avviene in gruppo, laddove più persone impediscono il libero movimento accerchiando il malcapitato, costringendolo così a privarsi dei suoi beni personali.
La rapina impropria
Una particolare forma del reato esaminato è quella prevista dal secondo comma dell’articolo 628 c.p. che da un punto di vista sanzionatorio, ossia della pena applicabile, non fa alcuna differenza rispetto al reato base.
L’elemento che caratterizza tale forma di rapina si rileva, al contrario, rispetto alla differente scansione temporale tra sottrazione e violenza.
Infatti, mentre il reato base si configura quando la violenza o la minaccia, servendo come strumento per il conseguimento del profitto, precede l’impossessamento, la rapina impropria si realizza quando l’autore essendosi già procurato il bene, usa violenza o minaccia per assicurarsi il possesso della cosa o per procurare a sé o ad altri l’impunità.
Un esempio può chiarire meglio la questione.
Ipotizziamo il caso di una sottrazione di un cellulare in danno di un soggetto avvicinato con un pretesto dall’autore del reato.
La vittima resasi conto di quanto accaduto e particolarmente coraggiosa, anziché scappare impaurita si mette all’inseguimento del suo aggressore, il quale, una volta raggiunto, sferra calci e pugni, divincolandosi per cercare di fuggire con il bottino.
In questo caso, come descritto, la violenza avviene in un momento successivo alla sottrazione e serve per garantire l’impunità, assicurandosi definitivamente il possesso del bene sottratto. Si tratta quindi di rapina impropria ed in caso di condanna verrà sanzionata come se si trattasse di una rapina comune.
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