Il 21 marzo 2014 è stato pubblicato e divenuto pertanto efficace il D.L. 34/2014, recante le prime ed annunciate riforme previste dal pacchetto governativo noto come “Jobs Act”.
I principali oggetti di questa prima riforma sono la materia dell’apprendistato e del lavoro a termine.
I testi legislativi oggetto di modifica sono quelli che disciplinano la materia dell’apprendistato (D. Lgs. 167/2011) e del lavoro a termine (D. Lgs. 368/2001).
Particolarmente significative le novelle a questo ultimo riguardo (che, in via di estrema sintesi, si trascrivono):
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non sarà più necessaria una causale per l’assunzione a tempo determinato;
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la durata del rapporto di lavoro con un medesimo datore di lavoro sarà di massimo 36 mesi (comprensive di 8 proroghe); nel computo dei 36 mesi dovranno però considerarsi anche i periodi di missione svolti in regime di somministrazione di lavoro (c.d. lavoro interinale);
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i rapporti di lavoro a tempo determinato e somministrazione a tempo determinato non potranno essere superiori al 20% dell’organico complessivo.
I primi commenti alle novità, ad avviso dello scrivente, correttamente ritengono che che le proroghe, ora, non necessitino di alcun obbligo di motivazione.
È stato invece sostenuto che il limite del 20% si riferisca solo ai rapporti di lavoro a termine, e non anche ai lavoratori somministrati a tempo determinato. Su questa interpretazione, al momento, v’è da utilizzare cautela.
Sarà comunque necessario attendere il passaggio Parlamentare di approvazione del testo legislativo, per valutare eventuali interventi chiarificatori o modificativi.
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