L’impugnazione del licenziamento per vizi della procedura è molto frequente: ecco tutti i passaggi corretti per datore di lavoro e dipendente.
Impugnazione del licenziamento: procedura da seguire
Ogni anno vengono erogati circa 700mila licenziamenti e molti di questi vengono impugnati.
Uno dei motivi di impugnazione consiste in un’errata procedura disciplinare: vediamola insieme.
Il potete disciplinare spetta al datore di lavoro. Spetta quindi a quest’ultimo sanzionare il comportamento scorretto dei propri dipendenti.
Le sanzioni che il datore di lavoro può applicare sono cinque:
- Il richiamo verbale
- Il richiamo scritto
- La multa
- La sospensione
- Il licenziamento
Vediamo punto per punto come si deve svolgere però la procedura per arrivare all’irrogazione della sanzione.
A fronte di un comportamento scorretto da parte del dipendente, il datore di lavoro cosa deve fare?
Innanzitutto, deve inviare una contestazione scritta al dipendente. La contestazione deve essere tempestiva e specifica, e la sanzione disciplinare non potrà essere applicata per comportamenti differenti da quelli indicati nella contestazione scritta e inviata.
Una volta ricevuta la contestazione, la palla passa al dipendente.
Il dipendente ha infatti 5 giorni di tempo per rispondere e inviare al datore di lavoro le proprie giustificazioni.
Trascorsi 5 giorni di tempo e ricevute le giustificazioni da parte del dipendente, il datore di lavoro può irrogare la sanzione disciplinare.
Vi sono poi dei contratti collettivi che indicano specificamente dei termini entro cui il datore di lavoro deve irrogare questa sanzione.
Una volta irrogata la sanzione disciplinare, il dipendente che cosa può fare?
Nel caso di richiamo verbale, scritto, multa e sospensione, il lavoratore può, nei 20 giorni successivi al ricevimento della sanzione disciplinare, esperire un tentativo di conciliazione avanti alla direzione territoriale del lavoro.
Mentre nel caso in cui riceva una lettera di licenziamento, il lavoratore cosa deve fare?
Deve impugnare stragiudizialmente il licenziamento entro 60 giorni. Nei successivi 180 giorni, invece, deve procedere con il deposito di un ricorso davanti all’autorità giudiziale.
Se non si rispettano questi termini, il lavoratore perde il diritto di impugnare il licenziamento.
Come abbiamo visto, la procedura è abbastanza complessa e per evitare errori è meglio rivolgersi a