Data la sempre maggiore diffusione dell’Intelligenza Artificiale e del Metaverso si pone il problema della loro regolamentazione sotto il profilo legale. Una diffusione di tali strumenti è, infatti, auspicabile ed utile solo nel momento in cui si delinei la loro sostenibilità dal punto di vista legale: anche per il Metaverso e per l’AI devono sussistere regole che rispecchino quelle presenti nel mondo reale.
Ciò che è illegale offline deve esserlo anche online
Il parlamento Europeo nella sua “Relazione sulle implicazioni dello sviluppo dei mondi virtuali, nonchè le loro implicazioni dal punto di vista del diritto civile societario e della proprietà intellettuale” ha fatto riferimento al principio di trasparenza, in forza del quale, considerato il Metaverso come interconnessione di mondi virtuali, va garantito che ciò che è illegale offline deve esserlo online.
Le principali normative di cui si richiede una precisa applicazione all’interno di tali nuove tecnologie sono, soprattutto, quelle relativa alla tutela della proprietà intellettuale, quella relativa alla comunicazione pubblicitaria e la privacy.
Il caso della borsa “Birkin” di Hermes sul Metaverso
In particolare, a proposito della prima, si deve evitare la ripetizione di casi quale quello delle borse “Birkin” di Hermès. Un modello di borsa molto simile è, infatti, stato riprodotto nel Metaverso e parecchi esemplari sono stati venduti a prezzi molto alti. Hermès, ha rivendicato il marchio registrato per la borsa in pelle, e la Corte di New York ha ritenuto quella duplicazione virtuale ingannevole e ha, così, dato valenza nel mondo virtuale al marchio precedentemente registrato nel mondo reale.
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