Le e-mail possono essere utilizzate come prove? La Cassazione ci spiega
I messaggi di posta elettronica ordinari privi di firma elettronica possono costituire una prova? La soluzione, non poco dibattuta, viene data dalla Corte di Cassazione con sentenza n.5523/2018.
Il tribunale d’Appello reputa illegittimo il licenziamento tramite mail
La vicenda ha riguardo la contestazione al lavoratore di una condotta irregolare a cui è seguito il licenziamento tramite messaggio di posta elettronica.
A seguito di una prima pronuncia del Tribunale di Roma, il quale condannava il lavoratore, la Corte d’Appello osservava che la prospettazione della parte datoriale era fondata su messaggi di posta elettronica che risultavano essere “di dubbia valenza probatoria”, e su dichiarazioni provenienti da soggetti che sono però direttamente coinvolti nella vicenda e quindi inattendibili perché interessati ad un certo esito della lite”.
Per tali motivi la corte distrettuale riteneva illegittimo il licenziamento.
E-mail come prova? per la Cassazione è il giudice a scegliere
La Corte di Cassazione ritiene che la censura al licenziamento di cui sopra sia infondata, ricordando che il messaggio di posta elettronica è riconducibile alla categoria dei documenti informatici (documenti elettronici che contengono la rappresentazione informatica di atti, fatti o dati giuridicamente rilevanti ).
L’efficacia della scrittura privata (prevista dall’art. 2702 cod.civ.) è attribuita solo al documento sottoscritto con firma elettronica avanzata, qualificata o digitale, mentre è liberamente valutabile dal giudice l’idoneità di ogni diverso documento informatico a soddisfare il requisito della forma scritta, in relazione alle sue caratteristiche oggettive di qualità, sicurezza, integrità ed immodificabilità.
Una e-mail priva di firma elettronica non ha natura di scrittura privata.
Nel caso concreto, però, la corte d’Appello aveva escluso che le mail prive della firma elettronica alla base del licenziamento potessero riferirsi solo la lavoratore licenziato, anche se da lui non disconosciute; la Corte di Cassazione ha confermato questa decisione apportando la motivazione che proprio perché le mail prive di firma elettronica non possono considerarsi scritture private, la loro valenza probatoria resta liberamente e totalmente valutabile dal giudice competente.
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