I matrimoni misti sono diventati molto frequenti: ma cosa succede quando due genitori di religione diverse si separano o divorziano? Quali insegnamenti religiosi potranno seguire i figli?
È boom di matrimoni misti
In Italia si contano più di 600mila coppie e quasi il 10% dei matrimoni tra persone di diversa credenza religiosa, appartenenti a chiese o confessioni religiose diverse, od anche tra una persona credente ed una persona estranea ad ogni credenza od appartenenza religiosa.
In questi casi, in caso di separazione/divorzio, il conflitto può riguardare anche l’insegnamento religioso dei figli.
Il benessere dei figli minori è preminente e i genitori devono rispettare il credo reciproco
Recentemente, si è occupato del tema il Tribunale di Pesaro chiamato a rispondere alla richiesta di una madre che voleva ottenere la revoca al divieto a lei imposto di far frequentare alla figlia le riunioni e le adunanze dei Testimoni di Geova.
Il Tribunale, sulle orme di un ormai consolidata giurisprudenza, ha affermato che “in caso di conflitto genitoriale sull’educazione religiosa del minore, possono effettivamente essere adottati dei provvedimenti contenitivi o restrittivi dei diritti individuali di libertà religiosa; tali provvedimenti, però, devono essere adottati dopo un accurato accertamento, basato sull’osservazione e ascolto del minore e solo nel caso in cui l’esercizio di tali diritti possa compromettere la salute psico-fisica o lo sviluppo dei figli minori” (Cass. Civile n.21916/2019).
Ciascun genitore, insomma, dovrebbe rispettare il credo dell’altro genitore e dovrebbe permettere al minore non solo di praticare e frequentare le celebrazioni religiose dell’altro genitore, ma anche tutte quelle tradizioni ed attività, direttamente o indirettamente, legate alla religione, anche se in contrasto con i principi della propria religione.
Il diritto preminente, infatti, è sempre quello dei figli ad una crescita sana ed equilibrata.
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