Proprio come ogni sistema giudiziario che si rispetti, anche Facebook ha deciso di istituire una sorta di secondo grado di giudizio: l’Oversight board.
Cos’è l’Oversight Board?
Sarà l’organo a cui ci si potrà appellare contro le decisioni dei social network relative alla cancellazione di contenuti e profili.
L’intento dichiarato dalla carta costitutiva (c.d. chart) dell’organo è semplice: proteggere la libertà di espressione attraverso decisioni di principio e indipendenti sul contenuto ed emettendo pareri consultivi sulle politiche relative ai contenuti di Facebook.
Come opererà il c.d. Consiglio di Sorveglianza?
La chart assicura trasparenza nelle decisioni, le quali saranno esposte al pubblico nel rispetto della privacy di coloro che utilizzano i servizi di Facebook, Inc., incluso instagram.
Inizialmente saranno 11 i membri del Consiglio scelti da Facebook, destinati a crescere sino a un massimo di 40, nominati ogni tre anni secondo logiche che garantiscano continuità della composizione attraverso un costante tournover di consiglieri.
Le figure che comporranno il consiglio, i cui nomi saranno resi pubblici, saranno selezionate per l’ampio bagaglio di competenze, conoscenze, diversità e specializzazioni maturate, garantendo – almeno sulla carta – l’assenza di conflitti di interessi, reali o percepiti.
L’Oversight board, in definitiva, potrà richiedere a Facebook di fornire le informazioni richieste in modo tempestivo e trasparente; dovrà interpretare gli standard della community e delle altre politiche interessate alla luce dei valori tutelati dal social network; indicare a Facebook di accettare o rimuovere contenuti; potrà altresì riabilitare account e post (confermando o ribaltando una decisione già presa); infine, il Consiglio dovrà tempestivamente redigere spiegazioni in ordine alle decisioni prese.
Perché è stato costituito l’Oversight Board?
Mark Zuckerberg, CEO e co fondatore del social network, in una lettera aperta ripone grandi aspettative nel neonato organo : «Come organizzazione indipendente, speriamo dia alle persone la sensazione che le loro opinioni saranno ascoltate e che Facebook non avrà il pieno controllo sulla loro espressione».
A fronte di una simile decisione di Facebook, fa eco la riflessione di Antonello Soro, Presidente del Garante per la protezione dei dati personali: «È indispensabile, però, che la composizione, in ultima istanza, di diritti fondamentali quali dignità e libertà di espressione sia sempre affidata all’autorità pubblica, impedendo tanto derive in senso lato “censorie”, quanto il rischio che la rete, da spazio di promozione dei diritti di tutti, divenga il terreno su cui impunemente violarli».
Ad ogni modo, gli utenti potranno avvalersi della Oversight board solo dalla prima metà del 2020; fino a quella data solamente Facebook potrà sottoporre casi al Consiglio.
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