Il passaporto vaccinale europeo conterrebbe l’attestazione dei vaccini fatti o, in alternativa, i risultati dei test anti-Covid svolti prima di partire.
A distanza di più di un anno dall’inizio della pandemia generata dal Covid-19 nel nostro Paese e in tutto il mondo proprio in questi giorni in Commissione Europea si sta valutando la formale proposta di istituire un passaporto vaccinale europeo, chiamato “pass verde digitale”, che attesti le vaccinazioni o i test anti covid effettuati prima di partire, consentendo ai cittadini di viaggiare in sicurezza al tempo del Covid e garantendo al settore del turismo (e ai Paesi che di questo vivono) di poter uscire dall’enorme crisi economica che li ha colpiti.
Il passaporto vaccinale proposto dall’UE
La proposta vede la creazione di un passaporto vaccinale che documenti o la somministrazione dei vaccini o, in caso contrario (è purtroppo un evidente problema quello del rallentamento della campagna vaccinale programmata), i risultati dei test anti Covid effettuati prima di partire. Questa seconda opzione è stata prevista per evitare discriminazioni tra vaccinati e non: è infatti impossibile che la popolazione europea venga vaccinata prima dell’estate.
Il “pass verde digitale” garantirebbe maggiore sicurezza per i mesi estivi, consentendo alle strette maglie del sistema anti covid di allentarsi per favorire il settore del turismo e un po’ di sano divertimento dopo questi mesi difficili.
Il passaporto vaccinale così come previsto è uno strumento giuridico straordinario che, nel caso in cui venga approvato, rispetterà protezione dei dati, sicurezza e privacy. Il portavoce dell’esecutivo dell’Unione Europea ha precisato che il passaporto vaccinale riguarderà lo spostamento tra una frontiera e l’altra: per quanto riguarda invece gli spostamenti all’interno di ciascuno Stato membro dovranno essere gli stessi Governi a decidere come organizzarli.
Per il Garante della Privacy servono norme ad hoc
Secondo il Garante della Privacy il passaporto vaccinale può essere uno strumento legittimo solo se impostato con norme ad hoc che ne organizzino l’utilizzo: i dati relativi allo stato vaccinale sono infatti particolarmente delicati e un loro trattamento non corretto potrebbe portare con sé pericolose conseguenze.
Sarà quindi importante formalizzare una previsione legislativa specifica che ne stabilisca i principi, con particolare attenzione alla protezione dei dati personali. Un obiettivo peraltro da raggiungere in tempi brevi, non appena l’Unione Europea approverà il progetto.
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